Quando la fine dei 4 giorni di Paola InMensa arriva, tirar le somme non è mai semplice.
“Date loro voi stessi da mangiare” dice il Vangelo di Matteo e, senza fare troppa retorica, ogni anno per noi volontari quest’esperienza non si limita all’offerta di un pasto caldo, ma racchiude al suo interno un percorso entusiasmante che ci porta a condividere con gli ospiti tutto di noi: il nostro bagaglio di vita, la nostra fatica, le nostre emozioni, i nostri occhi, le nostre mani, le nostre bocche e i nostri passi.
E occhi, mani, bocca e passi sono state le parole che ci hanno accompagnato durante i 4 giorni e che ci hanno permesso di focalizzare al meglio idee e pensieri (che troverete online nei prossimi giorni!).
Inutile dire che quanto riceviamo in dono è altrettanto prezioso: ci insegna di volta in volta a vivere le sfide del nostro tempo senza tirarci indietro, a prendere possesso dei luoghi a cui apparteniamo, e non solo perché ci siamo nati, ma perché ne diventiamo protagonisti.
Paola InMensa è fatta di legami saldi che pur stringendoci forte ci rendono liberi di scegliere, a qualsiasi età. Ci fa conoscere da vicino i disagi della vita vera e ci regala una nuova sensibilità per essere attenti alle esigenze degli altri. Ci insegna ad avvicinarci con discrezione e cautela ad esistenze in difficoltà, ricordandoci che se qualcosa è fragile è perché è estremamente prezioso. Ci permettere di camminare insieme, ognuno col suo passo, senza calpestare i sogni verso cui andiamo incontro. Ci pone davanti ad interrogativi difficili, a cui ogni anno non troviamo una risposta sufficientemente adeguata.
Ma ogni volta proviamo a fare un po’ di più, nei modi in cui ci è possibile. Quest’anno il “di più” ha preso la forma di scarpe e coperte calde che, visto il maltempo, hanno permesso a qualcuno di ripararsi e coprirsi. Il “di più” è stato nei giocattoli per i bambini, che hanno riempito di colore le nostre salette. Il “di più” è stato nell’impegno dei tantissimi giovanissimi, che hanno ridato vigore ed entusiasmo anche ai “veterani”. Il “di più” sarà nei prossimi mesi in cui continueremo a riflettere se la gestione e l’organizzazione può essere migliorata in occasione della decima edizione.
Per qualche giorno, però, ora ci fermiamo. Solo il tempo giusto per riprendere fiato e ringraziare per quei “cinque pani e due pesci” che negli anni si sono moltiplicati a dismisura.
9 anni fa abbiamo scelto di vivere la festa del nostro Santo patrono in un modo particolare, al plurale, dove le bellezze si moltiplicano e le difficoltà si dividono a metà.