Paola 6inMensa: I come INTERCULTURA

A+B=C L’equazione dell’INTERCULTURA

I volontari di PaolaInMensa sabato 23 Aprile hanno invaso la sede paolana dell’Arci per parlare di INTERCULTURA. L’ultimo dei tre incontri formativi dei ragazzi che parteciperanno quest’anno ha contribuito a lasciare un segno importante nei nostri cuori e soprattutto nella nostra mente.

La prima attività consisteva nel dare una definizione di INTERCULTURA, CULTURA, APPARTENENZA e IDENTITÀ. Francesco, il presidente del circolo, ci ha fatto riflettere sul significato di Cultura e Intercultura quando, ancora oggi, le frontiere non sono pronte ad accogliere tutti e si fanno differenze di nazionalità sull’accoglienza. Cos’è l’intercultura in un mondo in cui noi per primi discriminiamo i nostri simili. Qual è la reale differenza tra un europeo e un africano, tra un mendicante e un impiegato? La vera risposta è nessuna. Siamo tutti esseri umani e per tanto abbiamo tutti gli stessi diritti. Che senso ha parlare di INTERCULTURA quando noi siamo i primi ad essere razzisti comportandoci come tali con ogni nostra azione? Abbiamo letto alcune affermazioni raccapriccianti dei nostri politici, troppo impegnati ad ottenere consensi per essere umani. Se pensavamo che sarebbe stato facile dare delle definizioni di Appartenenza e Identità abbiamo scoperto, grazie anche ad un po’ di filosofia, che il concetto è totalmente relativo e non arriveremo mai ad una risposta assoluta. Nel dare definizioni ci siamo riscoperti simili e abbiamo iniziato a parlare di stereotipi e pregiudizi.

Ha contribuito notevolmente a “muovere” il nostro animo il video del discorso di Taiye Selasi. Uno dei tanti stereotipi è chiedere ad una persona che non si conosce “DA DOVE VIENI?”, la scrittrice ha evidenziato come sia riduttiva questa domanda, come può uno stato parlare di noi? Cambiando la domanda in “DOVE SEI DEL POSTO?” Scopriremo di non appartenere ad un solo luogo. Concentrandoci su Rituali, Relazioni e Restrizioni scopriremo che il nostro io è formato dalla nostra esperienza.

Ci siamo così riscoperti nuovi. La loro A ha interagito con la nostra B e abbiamo prodotto una grandiosa C. Se A + B = C allora la nostra C si chiama CAMBIAMENTO, quello che è avvenuto dopo l’incontro in ognuno di noi.

La vera grandezza non è dare, ma RICEVERE.

Chiara

Torneo PIM 2016: triplice fischio!

Ieri, 24 Aprile 2016, si è concluso il torneo calcistico di Paola InMensa svoltosi durante tutto il mese di Aprile.

Nel campo del G.S. Chianello Futsal Centro Tecnico DLF, gentilmente offerto, si sono disputate le due finali tanto attese: quella over 18 tra “Paola Calcio A 5” e “New Team” e quella under 18 tra “Tigri Di Bengala” e “Hell’s Crew”. La prima vittoria è stata conseguita dalla squadra “New Team” mentre la seconda dalla squadra “Hell’s Crew”.

Ma, a sugellare questo bellissimo torneo, è stata la presenza dei ragazzi migranti del centro accoglienza di Montalto che si sono prestati, con grande entusiasmo e disponibilità, a giocare un’amichevole con i nostri ragazzi paolani. Una volta scesi in campo, l’unico colore che rendeva quei ragazzi diversi gli uni dagli altri era quello delle casacche, dei calzini, delle scarpe che sfrecciavano sull’erbetta verde del campo verso la porta avversaria speranzose di fare il goal decisivo.

“Bianchi ma non troppo” VS “Neri per caso”, questi i nomi delle due squadre sfidatesi nell’amichevole. “Bianchi” ma non “troppo” lontani dal nero; “neri”, sì, ma solo “per caso”, per un caso che ci unisce all’insegna della solidarietà e della bellezza dello stare insieme divertendosi.

A fine partita i nostri ragazzi non hanno potuto non ringraziare i loro avversari che, molto più bravi e allenati, li hanno persino aiutati durante la partita giocando secondo lo spirito che una vera “amichevole” comporta.
L’incontro si è concluso con un dolce rinfresco, con tanta musica e con un’esibizione rap del tutto inedita di uno dei ragazzi del centro accoglienza che ha coinvolto ognuno dei presenti. Paola InMensa è questo, Paola InMensa è anche questo: un arcobaleno di colori, una stretta di mano e un pallone che svetta verso la porta…

Paola (6)InMensa: C come Cittadino

Sabato 16 aprile, insieme all’associazione di LIBERA contro le mafie , i giovani di Paola InMensa hanno analizzato la parola cittadinanza.

Che cos’è la cittadinanza? Quali sono le difficoltà dei migranti per ottenerla?

Come spiegato uno dei nostri ospiti, da Claudio Di Maio, che nella vita fa l’avvocato e si impegna ad assistere i migranti nelle varie fasi per l’ottenimento della documentazione necessaria, la cittadinanza non è altro che il riconoscimento alla persona fisica (detta cittadino), dei diritti civili e politici. Essere cittadini significa godere dei diritti civili, politici e sociali. La procedura per richiedere l’ottenimento della cittadinanza italiana è molto lunga, in quanto si può presentare domanda dopo un periodo di effettiva residenza anagrafica nel territorio italiano e tale domanda deve essere presentata presso la prefettura di residenza, compilando un apposito modulo.

Una piccola riflessione è stata fatta anche guardando verso l’Unione Europea. La cittadinanza viene riconosciuta anche a livello europeo in modo automatico in quanto consegue al possesso della cittadinanza in uno degli Stati membri. Come si ottiene?

  • per nascita: è cittadino italiano chi è figlio di padre o di madre italiani.
  • per matrimonio: lo straniero o la straniera che sposano una persona italiana
    diventano italiani.
  • per beneficio di legge: le legge prevede espressamente alcuni casi, ad esempio il figlio di stranieri nati in Italia, se ha risieduto ininterrottamente nel territorio italiano, al compimento dei 18 anni può richiedere la cittadinanza italiana.

Dario, raccontandoci della sua esperienza nello SPRAR di Crotone, ci ha reso partecipe della difficoltà effettiva di conoscere la vera storia dei migranti che arrivano in Italia. Lo SPRAR, si propone due obiettivi principali: offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario, favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia. Tutto è destinato a soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria).  In definitiva, la cittadinanza va riconosciuta e non concessa!
Don Ennio Stamile, invece, ci ha aiutato a riflettere su quanto è importante costruire realtà come Paola InMensa; “urbs, civitas, diversitas“, spazi, città e relazioni da vivere, da far crescere e far incontrare. Solo così, noi tutti stranieri in questa terra, possiamo ottenere la cittadinanza.
“La meta del cammino umano non è ne’ un giardino ne’ la campagna, per quanto fertile ed attraente, ma la città… una città dunque in cui sono chiamati ad abitare tutti i popoli della terra. Di giorno le porte non saranno mai chiuse e non ci sarà più notte. Non occorre necessariamente avere davanti agli occhi una città ideale, ma almeno un ideale di città. Una città fatta di relazioni umane responsabili e reciproche, che ci stanno dinnanzi come un impegno etico. La città non è, dunque, il luogo da cui fuggire a causa delle sue tensioni, dove abitare il meno possibile, ma il luogo nel quale imparare a vivere. (…)”.

Paola InMensa 6 anche Tu… e il tuo impegno, la tua presa di posizione, il tuo coraggio all’inclusione cambierà lo spazio che ti circonda, che prenderà forma e si relazionerà nonostante tutto.

Grazie Libera, grazie Claudio, grazie Don Ennio Stamile